La mia ricerca artistica si concentra sui meccanismi di creazione e percezione dell’immagine. Fortemente orientate al processo, le mie opere sono sempre aperte ad una sorta di incertezza percettiva e indagano le relazioni tra causa ed effetto, assenza e presenza.
Lavoro spesso in serie, seguendo regole precise per quanto riguarda l’elaborazione dell’opera e la composizione cromatica delle palette. Costruisco strumenti che mi permettano di ottenere oscillazioni dinamiche e minimali ottenute talvolta per interferenza, superfici quanto più piatte possibile, dalla resa quasi digitale, in grado di eludere la mia gestualità.
Da circa due anni canalizzo i miei processi concettuali in algoritmi che, eseguiti da drawing-machines, generano superfici pittoriche ponendo un’ulteriore distanza tra opera e autore sia nella fase esecutiva sia in quella generativa.