Paolo Bini | Behind the visible: Paolo Bini solo show, curated by Ivan Quaroni
Past exhibition
16 Luglio - 30 Agosto 2015
ABC-ARTE conferma la sua vocazione di promotrice del contemporaneo attraverso l'esplorazione di nuove modalità di comunicazione e nuove proposte, dove i linguaggi creativi si intersecano arricchendosi l'un l'altro.
Così nasce il progetto in partnership con MARYLING, azienda leader nel settore dell'abbigliamento femminile, che, per l'apertura del suo nuovo spazio in Piazza Gae Aulenti 1, un vero e proprio multi purpose place dove la moda incontrerà il design, l'arte e il food, ha riservato un'area alla galleria che presenterà un programma di mostre a cura di Ivan Quaroni.
ABC-ARTE è lieta di invitarvi al vernissage della prima esposizione che inaugura questa collaborazione, la personale di Paolo Bini, Dietro il Visibile, presso il nuovo spazio MARYLING in piazza Gae Aulenti 1, dalle ore 19 alle 23. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 30 agosto.
In mostra saranno undici opere dell'artista che, come afferma il curatore Ivan Quaroni, ha elaborato un originale metodo di lavoro, peraltro capace di conciliare l'analisi formale della realtà con il contenuto emotivo dell'immagine.
Il punto di partenza è sempre un'immagine reale, prevalentemente un paesaggio, qualcosa di morfologicamente concreto, di esperibile e dunque condivisibile, che è successivamente ridotto alle sue componenti essenziali - struttura, colore, emozione - e poi inserito in una struttura fondamentalmente cartesiana, composta di moduli di carta gommata affiancati a formare diagrammi verticali e orizzontali.
Ogni striscia è dipinta singolarmente e applicata sul supporto, sia esso una tela o una tavola, come se fosse l'elemento grammaticale di un discorso più ampio, il sintagma di un linguaggio che si costruisce a poco a poco, affiancando i moduli secondo un ordine preciso, fino a formare una superficie unitaria, una forma compiuta. Il risultato finale è il prodotto di una somma di operazioni che, a ben vedere, costituiscono una sintesi di linguaggi, dall'Astrazione lirica al Neo Geo, dal Minimalismo al Concettuale, passando per la pittura Informale e gestuale.
La sua potrebbe essere descritta come una forma lirica di pattern painting, ambiguamente sospesa tra il rigore logico dell'arte analitica e le esplosioni cromatiche e irrazionali dell'espressionismo astratto, ma anche come una sorta di piattaforma operativa, in cui s'incontrano, idealmente, le due principali linee d'indagine dell'arte aniconica del Novecento: quella fredda e razionale e quella calda ed emotiva.
Al centro di tutto c'è il colore, che traduce la geografia emozionale dei paesaggi esperiti nei suoi numerosi viaggi attraverso tra il Mediterraneo, il Sud Africa o l'Europa continentale, in quella che sembra una stratificazione di memorie, una giustapposizione di strisce temporali che valgono come singoli ricordi, impressioni autonome che l'artista ricompone in una visione più ampia e complessa, in cui avvertiamo l'ambizione a cogliere qualcosa di più del semplice lascito emotivo di una percezione ottica. Dietro la linea d'orizzonte dei suoi landscape ricostruiti e tra i tracciati ortogonali delle sue visioni planari, si annida forse il più elusivo degli enigmi, quello che concerne l'interrogativo, mai risolto, intorno alla natura più profonda dell'uomo.