Matteo Negri - Piano Piano

Maria Letizia Paiato, Rivista Segno, Gennaio 5, 2017

Piano Piano suona come un sussurro. Queste parole, sommessamente ripetute, sono il titolo che accompagna la mostra di Matteo Negri alla galleria ABC-ARTE di Genova e che raccontano metaforicamente la poetica dell'artista, interessata a sondare le relazioni fra l'individuo, lo spazio e lo sguardo dell'osservatore. Matteo Negri, infatti, da tempo, porta avanti, attraverso la realizzazione di opere plastiche dalle superfici traslucide, una ricerca indirizzata a creare uno spaesamento percettivo e visivo in chi si accosta al suo lavoro, rielaborando, in tal senso, i codici strutturali dell'astrattismo per quel che riguarda i contenuti, e quelli fra scultura e pittura sotto il profilo dell'elaborazione della forma. Ma Negri, in questa mostra, realizza anche opere specifiche per gli spazi della galleria. Si tratta d'interventi il cui fine è decodificare il processo di contemplazione. Un processo che avviene in modo lento: Piano Piano per l'appunto (che è anche il titolo dell'opera principale in mostra) e sostanzialmente in antitesi con la quotidiana e incessante trasmissione continua d'immagini che caratterizza la nostra epoca. È lo stesso Matteo Negri a spiegare il senso profondo della propria azione creativa: "In una società che smaterializza tutto, l'opera riesce a catalizzare e trasformare l'esperienza quotidiana in qualcosa d'innovativo". Abbiamo innanzi tutto un elemento in acciaio lucido (Piano Piano), posto al centro della sala centrale, una sorta di prisma o caleidoscopio, da cui l'artista fa partire propriamente il senso di spaesamento voluto e ricercato. La scultura, infatti, si presenta come un elemento che rompe l'apparente armonia della mostra, assolvendo, al contempo, il ruolo di punto centrale d'osservazione della stessa. Da qui parte un'immaginaria diramazione di sguardi che si posano progressivamente su ogni singola opera. Gli occhi sono catturati dai Kamigami (in giapponese "spirito" quale pluralità, ripetizione e infinitezza) ovvero piani forati in lamiera dai colori cangianti, differenti per dimensione e forma geometrica sul cui bordo si riflettono infinite prospettive ed immagini; e dai PSA (lacronimo di "pittura su alluminio") stickers e serigrafie trasposte su una lamina in alluminio, rappresentativi per l'artista di un concettuale collegamento tra pittura, scultura e fotografia. Ma in tutto questo c'è anche un elemento figurativo dominante. C'è l'immagine di una scimmia continuamente ripetuta - spiega l'artista - : "fantomatico spettatore privilegiato ma anche lo specchio di ciò che noi, senza la nostra coscienza possiamo vedere". Infine, il percorso visivo inscenato da Negri si snoda in un progressivo crescendo dove sono analizzate  le architetture e i contesti urbanizzati che originano suggestive immagini condivise del vissuto collettivo, un processo dove al ricercato effetto di spaesamento si sovrappone l'intenzione di espansione oggettuale che si snoda secondo un ritmo fluttuante che va dall'interno all'esterno dell'opera e della galleria stessa.

 

Piano Piano di Matteo Negri è curata da Alberto Fiz e accompagnato da un catalogo comprensivo di un testo di Lorenzo Bruni.

 

Nel video realizzato da ABC-ARTE Alberto Fiz, Lorenzo Bruni e Matteo Negri raccontano il processo ideativo e creativo dell'artista.

Matteo Negri nasce a San Donato Milanese (MI) nel 1982, vive e lavora a Milano. Diplomato in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, dal 2003 ha lavorato con numerose istituzioni d'arte in Italia e all'estero (tra cui Parigi, Londra e Berlino), realizzando installazioni presso gallerie, spazi pubblici, privati e fiere d'arte. La sua ricerca artistica si concentra sull'utilizzo di materiali plastici che lavora in modo variegato passando dalla pietra alla ceramica alla resina e utilizzando colori pop. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche quali la Fondazione Fiera e la Fondazione Bracco di Milano.

 

Fino al 3 febbraio 2017

ABC-ARTE - Via XX Settembre 11 a - Genova