Matteo Negri, un UFO A Villa Borghese
Cesare Biasini Selvaggi, Exibart, Aprile 17, 2018
Matteo Negri (San Donato Milanese, 1982) è un sofisticato manipolatore della scultura contemporanea, linguaggio che piega a suo piacimento tra contenuto e contenitore, tra materiali plastici, metalli, resine e ceramica, tra forme ludiche dai lego alle trottole. Il risultato sono opere seducenti nella forma, maliarde nei colori impiegati come strumento d’espressione, inneschi deflagranti di un immaginario fantastico. È il caso del progetto espositivo che l’artista presenta da oggi a Roma, negli spazi del Museo Carlo Bilotti. Ma è necessario, a questo punto, un antefatto. "Navigator”, una trottola perfettamente geometrica alta 98,4 centimetri ordita da Negri, composta da due coni simmetrici e sessili dalla superficie riflettente a specchio, è una specie di UFO (nel senso letterale di oggetto dalla natura non identificabile) che può essere spostato facilmente, con la possibilità così di viaggiare di città in città, di apparire e scomparire. A Roma, ha generato una performance di 25 settimane documentate da Negri attraverso la fotografia che diviene un unico lavoro mastro nella mostra odierna al museo capitolino. Per pochi istanti "Navigator” è divenuto, infatti, parte del panorama di Villa Borghese, come dispositivo in grado di sollecitare la partecipazione individuale quanto collettiva, di incidere sulle coscienze di spettatori ignari ai quali il nostro artista ha offerto così un punto di osservazione della realtà inaspettato. Il risultato è la germinazione di spunti di riflessione inediti, di momenti di pensiero alternativo, seguendo un meccanismo che mi ha richiamato alla mente le inconsuete stimolazioni spazio-sensoriali proposte qualche decennio fa agli spettatori-passanti da Ugo La Pietra. Oppure il pionieristico lavoro sui motivi dell’identità e della memoria condotto da Maria Lai agli inizi degli anni Ottanta. Negri riesce nel suo intento ambizioso di riplasmare il passato nell’oggi e, allo stesso tempo, di incidere sul tempo presente. Eppure il suo percorso non è infallibile, scontato. Perché una forma di resistenza, anzi di resilienza operativa c’è, e la incontra nella memoria individuale dello spettatore, avendo ben presente, per utilizzare le parole di Pietro Gaglianò, che «Se la memoria viene esercitata come attitudine consapevole e creativa coincide con la resistenza, almeno quanto quest’ultima coincide con l’immaginazione» ("Memento. L’ossessione del visibile-The obsession with the visibile”, Postmedia Books). Tale fiducia nel valore irriducibile della creatività e dell’immaginazione che dimostra Negri con quest’ultimo suo progetto espositivo, si fonde con il suo metodo rigoroso di lavoro, e con la sua spiccata sensibilità "politica”, preoccupata appunto di definire i rapporti tra arte e società in un’ottica proattiva, critica, riflessiva, alternativa.
A partire dal 18 marzo, e per tutti i giorni di durata della mostra, Negri pubblica sull’account Instagram @youarethenavigator uno o più scatti al giorno tra gli oltre 400 realizzati nelle 25 settimane della performance che ho appena descritto. Un progetto sostenuto da due dinamiche gallerie d’arte contemporanea, ABC arte di Antonio Borghese (Genova), e Lorenzelli arte (Milano).
Cesare Biasini Selvaggi
INFO
Opening: ore 18.30
Matteo Negri. Navigator Roma
a cura di Laura Cherubini
dal 18 aprile al 10 giugno 2018
Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese
viale Fiorello La Guardia 6, Roma
orari: fino al 31 maggio, da martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30). Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30). Dal 1 giugno: da martedì a venerdì ore 13.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30). Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
ingresso gratuito
tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) - www.museocarlobilotti.it