La galleria ABC-ARTE di Genova ospita Pitture Assolute, ampia mostra collettiva dedicata a Giorgio Griffa, Tomas Rajlich e Jerry Zeniuk e che dispiega dinanzi al fruitore un pregevole nucleo di opere le quali testimoniano con immediatezza e pregnanza il percorso dei tre artisti.
È fondamentale constatare come le intuizioni, le formule, le poetiche di Giorgio Griffa, Tomas Rajlich, Jerry Zeniuk trascendano le specifiche contingenze storiche, travalichino le cronache artistiche dei propri anni, per emergere nella loro autonomia assoluta, divenire esperienza singolare e realmente definitiva. La mostra possiede dunque il movente primo di inquadrare e fissare l’iter creativo dei tre che sono stati di certo protagonisti delle esperienze della Fundamental Painting e della pittura radicale: a questo avvicinamento ai lavori di Griffa, Rajlich e Zeniuk s’aggancia l’affermazione che essi posseggano un’inevitabile dilatazione poietica e concettuale che ne determina la manifesta natura di Pitture Assolute.
Impazienti di rinvenire dunque un altro Valore possibile di Assoluto, come scrive il curatore della mostra Flaminio Gualdoni: “Essi sono Giorgio Griffa (1936), Tomas Rajlich (1940) e Jerry Zeniuk (1945). Generazionalmente, questi artisti maturano nella stagione in cui il non rappresentare non è più in questione, ma non ammettono nemmeno che l’oggetto pittorico possa ridursi ad algido esercizio dimostrativo di un pensiero altrimenti allogato, secondo la declinazione del concettualismo che tende inizialmente a prevalere. Il loro fare pittura si vuole esperienza effettiva, piena, coinvolgente la loro totalità fisica e intellettuale, priva ovviamente d’ogni tensione irrazionale di Nervenkunst ma intesa come momento effettivo di auscultazione profonda delle materie, dello spazio, del tempo specifico in cui si danno i fatti pittorici”. Il comun denominatore che annoda dunque le vicende artistiche di Griffa, Rajlich e Zeniuk si rinviene nella sublimazione dell’atto poietico in quanto tale, nel riconoscimento di questo assunto quale carattere formativo essenziale. Dalla metà degli anni settanta difatti va imponendosi una visione che salvaguarda e mette in evidenza la pittura nella sua essenza specifica di medium, disinnescando speciose teologie per restituirla -impaziente ed in un’intuitiva palingenesi- ad una tensione che verte ad un grado di mentalizzazione e di concentrazione alto. La Pittura non oppone più resistenza alcuna a rinvenire la propria necessità prima nel Fare Pittura, si affranca da maglie teoretizzanti, plasma l’idea in forma, ritrova la sua identità sorgiva. Determinanti nel fissare con fermezza tali aspirazioni sono per l’appunto i tre protagonisti di Pitture Assolte.
Pitture Assolute è corredata da un libro bilingue, realizzato da ABC-Arte Edizioni, dedicato alla mostra e contenente il testo critico di Flaminio Gualdoni, le immagini degli allestimenti e delle opere ed un ricco apparato di documentazione storica.