Una doppia personale a Genova e Milano, per riscoprire Ugo La Pietra
Alice Falsaperla, Exibart, Marzo 14, 2023
Giovedì 16 marzo, ABC – ARTE di Genova inaugura “L’artista e la città”, l’articolata mostra curata da Flaminio Gualdoni (Cuggiono, 1954), dedicata ai più di 50 anni di lavoro di Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, 1938). La personale è parte di un’ampia retrospettiva dedicata all’autore, coniugata in due atti, a Genova e a Milano, che svela, attraverso i frammenti di una testimonianza diretta, le sue esplorazioni urbane.
Abitare è essere ovunque a casa propria: un nuovo sistema di comunicazione per le arti visive.
Architetto di formazione, artista, editore, musicista e regista, dall’inizio degli Anni Sessanta, La Pietra sviluppa una ricerca che indaga il rapporto tra l’individuo e l’ambiente, l’influenza e la non influenza del contesto circostante, secondo cui “Abitare è essere ovunque a casa propria”. Frase emblematica, quest’ultima, che apre il film “La riappropriazione della città” (1977), come fosse «Un manifesto, una specie di parola d’ordine a cui la faccia sorridente di Ugo La Pietra – tutto intento per strada a farsi la barba, riflettendosi nelle ante vetrate di un grande portone – offre l’evidenza delle immagini», osservava Paolo Mereghetti nel 1977.
In quanto “ricercatore nelle arti visive”, nonché promotore di gruppi e attività espositive, l’artista e docente sperimenta varie forme espressive, per un abbattimento di qualsiasi barriera interposta tra spazio pubblico e privato. È un’oscillazione tra arte segnica e ambientale, concettuale e sociale, fino a una contaminazione radicale tra scrittura e design. Gli studi di La Pietra sono rivolti al sistema di comunicazione e delle arti visive che prendono forma nella teoria del “Sistema Disequilibrato” – un’espressione autonoma all’interno del Radical Design – e in importanti temi sociologici, trattati ne “La casa telematica” (MoMA New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), nel “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), ne “La casa neoeclettica” (Abitare il tempo, 1990) e nella “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95).
La mostra a Genova come narrazione della periferia urbana e del centro storico
Il percorso espositivo conduce l’occhio dello spettatore di fronte a due punti salienti della produzione dell’autore, esemplificati da Recupero e reinvenzione (1969) che, d’ispirazione all’Arte Narrativa, si compone di collage fotografici e d’interventi a penna o matita, come dissezione organica dell’abitare la periferia urbana per “tessiture, superfici e nuclei”; e dalla serie Il Monumentalismo (1972), in cui il focus si sposta dal sobborgo al centro della città di Milano, all’architettura monumentale che “rifiuta” di contenere la dinamica che innesca l’umanità nei rapporti.
Ugo La Pietra, Il monumentalismo, 1972, 70x50cm, collage ink and graphite. Courtesy Archivio Ugo La Pietra, Milano.