Si avvia alle ultime battute miart 2024, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano e diretta da Nicola Ricciardi, che chiude all’Allianz MiCo di Milano domenica 14 aprile.
Nonostante il periodo di rallentamento che il mercato dell’arte, sia primario che secondario, va attraversando, la fiera è apparsa propositiva. E molti sono stati gli espositori che non hanno risparmiato in coraggio e qualità delle opere proposte, riuscendo ad articolare un percorso, tra i corridoi e gli stand, pieno di spunti e anche più variegato di precedenti edizioni. Con una massiccia presenza di pittura sì, ma anche con qualche bell’affondo in stand monografici o attraverso ricerche installative e con media contemporanei e inattesi, soprattutto nel settore delle gallerie emergenti, che fanno sempre uno sforzo enorme se paragonato all’età – e alle risorse economiche – di alcune. Ci è parsa invece una pecca la localizzazione di alcuni stand, con qualche espositore penalizzato da posizioni defilate, quasi di spalle al resto della fiera, e che, nei flussi del passaggio, avrà sicuramente mancato incontri potenzialmente interessanti. Per non parlare dello spazio riservato all’editoria e alle riviste! Ma andiamo avanti e sentiamo piuttosto cosa ci hanno raccontato i protagonisti della fiera: i galleristi. Che alternano racconti di lavoro in salita e discrete soddisfazioni.
Come è andata miart 2024 secondo i galleristi
Ha scelto una strada precisa e a fuoco Raffaella Cortese: uno “stand ampio e spazioso con un’opera centrale di Francesco Arena, ‘Altalena’, un’altalena fatta di bronzo con delle scritte sulla base liberamente tratte da Anna Karenina di Tolstoj”, insieme ad altre due opere dell’artista, ‘Bandiera’ e ‘Maniglia’. La scultura, in edizione di 3+2 prove d’artista è stata venduta, ed è di certo tra gli interventi che ricorderemo da questo miart 2024, e, come conferma la gallerista, ha avuto “un grandissimo successo – penso perché le persone si sono trovate a interagire con un’opera d’arte con molta facilità – soprattutto gli adulti, che l’hanno provata e hanno sperimentato la piacevolezza di un ricordo d’infanzia”. Una proposta “minimale che però ha coinvolto tanto l’attenzione delle persone”, rispetto alla norma di fiere “travolgenti e affollate di visitatori e di opere. Ovviamente ci sono molte ragioni dietro a questa decisione, anche economiche e di costi”.
Pollice alto anche da Mazzoleni: “Fin dal primo giorno il nostro stand ha avuto una grande affluenza di pubblico e collezionisti prevalentemente italiani, ma con presenza internazionale in crescita rispetto allo scorso anno”. Tra le vendite: due nuovissime sculture di luce di Marinella Senatore intorno a €50-55.000e “realizzate appositamente per la fiera, che anticipano anche un progetto partecipativo che prenderà forma nei prossimi mesi”, alcuni collage su fondo in foglia oro della stessa artista, tra €16.000 e 22.000. Buona l’attenzione anche per le opere in cemento di Andrea Francolino (con vendite tra €18.000 e 22.000) e quelle di Salvatore Astore (tra €40.000 e 70.000).
Le vendite della fiera di Milano
Non è positivo invece il feedback di 10 A.M. ART, che tornava a miart dopo aver saltato l’edizione 2023 e puntato di recente più su fiere non italiane, che, a differenza della milanese, sembrano meglio focalizzate sulle acquisizioni e non solo sulla partecipazione dei collezionisti. Tornava a miart dopo essere mancata a un paio di edizioni anche la galleria Robilant + Voena con in stand non i maestri dell’arte moderna a cui spesso ci ha abituati, ma opere di Stephen Appleby-Barr, Damien Hirst, Minjung Kim, Harumi Klossowska de Rola, Philippe Pastor, Antoine Roegiers, Sergio Roger, Cesar Santos e Julian Schnabel, accomunate però dal riferimento proprio ai grandi nomi dell’arte del passato. Molto interesse per Cesar Santos, con valori di mercato in salita e qui con prezzi tra €40.000-55.000.
Trattative avviate per tutti gli artisti in stand da ABC ARTE, da un monumentale Arnaldo Pomodoro, Papiro I (1985-86), tra €400.000 e 500.000, a Nanni Valentini e Michele Zaza, Tomas Rajlich e Jerry Zeniuk. “È gratificante che il pubblico apprezzi in modo trasversale la nostra proposta, sia le opere con un prezzo accessibile che quelle più prestigiose”, il commento della galleria di Genova-Milano. “Nonostante il ritmo sia più lento rispetto agli anni precedenti, siamo comunque soddisfatti dell’affluenza e dell’interesse dimostrato dai collezionisti, equamente distribuiti tra italiani e stranieri”.
Riporta un passo rallentato anche Osart Gallery, con uno stand incentrato su cinque artisti africani – Feni Chulumanco, Franklyn Dzingai, Sethembile Msezane, Ikeorah Chisom, Chi-FADA e Katlego Tlabela – per i quali la galleria ha riscontrato interesse da parte dei collezionisti, ma appunto qualche difficoltà nel portare a buon fine le trattative.
Due opere di Regine Schumann (range di prezzi €5.000-40.000) sono andate vendute in fretta a due clienti già conosciuti da Dep Art, la galleria con sede a Ceglie Messapica e Milano. Che però sottolinea l’importanza di incontrare nuovi collezionisti e il loro interesse per artisti “nuovi”, nell’accezione di rappresentati da poco tempo dalla galleria. Come è stato il caso di Giuseppe Uncini (range di prezzi in fiera €30.000- 80.000), “il più conosciuto e il più richiesto”, ci segnala Antonio Addamiamo di Dep Art. “Il pubblico sa perfettamente riconoscere le opere degli anni ’60 rispetto a quelle del 2000, anche se non è semplice come sembra, e questo ci rasserena per aver scelto un artista ancora molto amato. Un pubblico, che definirei opposto, ci chiede Gerold Miller (€18.000-40.000), sicuramente meno visto in Italia ma decisamente noto a livello europeo come mid career”.
Miart 2024. “Un’edizione piena di soddisfazioni”
“É stata un’edizione piena di soddisfazioni”, per Tommaso Corvi-Mora, “prima fra tutte il mio stand, con al centro un nuovo lavoro di Pierpaolo Campanini tra pittura e scultura ed altri lavori a cavallo tra forme espressive diverse di Alighiero Boetti, Maiko Tsutsumi, Sherrie Levine ed altri”. La galleria festeggiava poi in fiera anche il contributo dell’artista David Lieske al progetto della storica casa di produzione musicale Sugar: “un’edizione/intervento sulla prima pagina dello spartito di ‘Allez Hop’ (1959), prima collaborazione tra Luciano Berio e Italo Calvino. E poi, last but not least, l’acquisizione da parte della Fondazione Fiera di Milano di Drift Study (2022), opera di Sam Bakewell”, che in galleria a Londra avrà la sua terza personale dal prossimo 25 aprile. “Per me tornare a Milano è sempre un grande piacere, a dimostrazione di un mio entusiasmo per la città che mi azzardo a definire corrisposto”.
Anche da Francesca Minini ci raccontano di un buon avvio di fiera, con tanti collezionisti italiani vecchi e nuovi e qualche straniero: “Abbiamo visto una buona affluenza e interesse e concluso diverse vendite”, segnala la galleria milanese, “in un range di prezzi tra €6.000-16.000 euro, con molto interesse in particolare per Sol Calero e Jacopo Benassi”.
Tanti i collezionisti italiani e stranieri in stand da P420, che conferma un buon andamento in fiera con riscontro più che positivo sugli artisti Victor Fotso Nyie e Filippo de Pisis – tra poco in mostra alla Biennale di Venezia curata da Adriano Pedrosa –, Shafei Xia (prezzi tra €8.000 e 15.000), Francis Offman (€5.500-20.000) e una “grande soddisfazione anche per l’opera di June Crespo prodotta a Milano presso la Fonderia Battaglia, che l’aveva premiata con il Premio Matteo Visconte di Modrone lo scorso anno a miart”, così come per “una capsule della mostra in galleria: un dialogo estraniante e intrigante tra Alessandro Pessoli e Piero Manai”. (I prezzi di Pessoli vanno dai €4.000-8.000 per le carte alle tele da €30.000-60.000; le opere su acetato di Manai hanno range di €10-15.000, mentre le tele €25.000-80.000).
I commenti dei galleristi a miart 2024
Secci Gallery ha scommesso tutto su opere recenti dell’artista giapponese Etsu Egami (Tokyo, 1994), con, “per la prima volta in Italia, una mostra personale in uno stand interamente dedicato a lei dedicato”. Il risultato? “Di grande attenzione, anche grazie alla presenza dell’artista”, che ha già un solido mercato asiatico.
Secondo Marco Lorenzetti, fondatore e direttore di MLZ Art Dep, quella del 2024 è stata “un’edizione interessante, con diversi punti di forza e buona presenza di pubblico straniero”. La galleria di Trieste appariva soddisfatta dell’interesse suscitato dallo stand dedicato ad Anaïs Horn, dove si presentava in anteprima anche The Windows (2022-24). Trattative aperte con collezionisti italiani in un range di prezzi di €1.300-6.800. Bilancio positivo anche per RIBOT di Milano, che ha incontrato un pubblico “ricettivo e particolarmente predisposto a conoscere nuovi artisti internazionali. Le opere delle artiste presentate, Olivia Bax e Kate Groobey, hanno riscontrato un forte interesse da parte dei collezionisti, con un range di vendite comprese tra €3.000 e €15.000”.