Una personale che, ancora una volta, nasce dal costante dialogo tra l’Archivio Nanni Valentini e la galleria. Un modus operandi consolidato e non trascurabile, anzi fondamentale, sia per chi incontra il lavoro di Valentini per la prima volta sia per chi, come me, quelle esposizioni sull’artista le ha viste tutte, o quasi.
Sono nate così negli anni mostre importanti che disegnano un percorso nel pensiero e nell’azione di Valentini: L’interspazio tra il visibile e il tattile, retrospettiva dedicata a Valentini nell’autunno inverno 2019/2020; Where the unmeasurable meets the measurable, collettiva che includeva anche Valentini da gennaio a giugno 2020 e Verso l’Annunciazione. Nanni Valentini. Gli anni ultimi anni (2021/2022) quest’ultima ricostruiva, con l’aggiunta di pochi pezzi, la quasi totalità della mostra del 1984, al PAC di Milano, un riconoscimento alla “riscoperta” dell’opera di Valentini avvenuta proprio negli ultimi anni.
È Antonio Borghese, direttore di galleria, ad approfondire questi aspetti: “Il progetto della galleria è quello di rivisitare in chiave contemporanea i grandi artisti del passato. Il rapporto con gli artisti rappresentati è solido, trasparente e chiaro. Con Nanni Valentini, ad esempio, abbiamo avviato la collaborazione nel 2019, riconoscendo in lui un artista che incarnava pienamente lo spirito della galleria. Valentini è un artista importantissimo, il suo lavoro sulla terracotta può essere paragonato solo a quello di Fontana e Leoncillo. La sua eredità è cruciale per la storia dell’arte e il suo talento ha ispirato artisti che oggi hanno valutazioni di mercato persino più alte della sua”. A questo proposito Borghese ricorda: “Abbiamo sostenuto e reinterpretato il lavoro di Valentini con una chiave di lettura contemporanea e un approccio più fresco, posizionandolo nel contesto di una rivalutazione complessiva dei grandi maestri internazionali nel campo della scultura. Grazie a questo lavoro, abbiamo riscontrato un notevole interesse tra i collezionisti. Valentini è un esempio tipico di come l’arte sia spesso più forte del mercato, e proprio per questo il mercato ha bisogno di figure come lui. In questa mostra ci concentriamo non solo sulle sue iconiche terrecotte, ma soprattutto sugli inediti ritrovamenti delle Trasparenze, opere che testimoniano anche il lato pittorico del suo talento oltre a quello scultoreo”.
Ma, dicevamo, altre trasparenze e altre terre... racconta le due anime, “terrestre” ed “aerea”, di Valentini legato alla terra intesa come materiale greve e atavico richiamo alle sue origini marchigiane: quelle crepe o “crateri” nelle grandi o piccole sculture potrebbero richiamare, forse, alla fragilità della sua terra d’origine segnata da sempre da eventi tellurici traumatici? Oppure ancora alla capacità della luce di passare e lasciar intravedere altri spazi vitali non solo al di là di una garza di juta pigmentata di un blu profondissimo o di un bianco lattiginoso − Trasparenze come cieli squarciati, come ideali porte o finestre − ma anche attraverso la terracotta che nei suoi lavori più grandi, come Il focolare di Hestia (1985) − riferimento alla dea greca del focolare e della casa, tema caro a Valentini − installato in una delle tre sale della galleria, ricorda una distesa desertica, arsa dal sole, ma in cui si apre un varco, pozzo verso una dimensione altra della materia, certo, ma anche del pensiero.
Perché il pensiero per Nanni Valentini costruisce al pari della materia.
a cura di Flaminio Gualdoni
via XX Settembre 11/A, Genova
dom – lun: su appuntamento