L'agenda delle mostre da vedere questa settimana

Pittura, scultura, disegno, grafica e fotografia: 10 appuntamenti tra progetti espositivi diffusi, opening di gallerie, festival d'arte e fiere
Silvia Airoldi, Elle Decor, Novembre 16, 2024
L'agenda delle mostre di questa settimana è pronta a scaldarci con l'energia creativa delle sue proposte, che per altro includono, oltre ai consueti appuntamenti in gallerie e musei, anche progetti espositivi diffusi, eventi fieristici e festival. Tra questi ultimi, uno, in particolare, dedicato all'arte contemporanea, indaga il tema 'Divorare' nelle sue più diverse accezioni, spaziando dal consumismo sfrenato all'ingordigia e all'alimentazione, fino all'ambientalismo e all'ideologia dell’usa e getta. Il disegno è protagonista in un evento che coinvolge un'intera città e dintorni, attraverso i lavori di artisti contemporanei e maestri del secolo scorso presentati in un percorso diffuso che comprende gallerie d'arte e istituzioni museali. Un'altra proposta invita a visitare i nuovi progetti espositivi di sei gallerie, che aprono contemporaneamente, consentendo di ammirare opere d’arte, dall’antico al contemporaneo, nel luogo unico, un palazzo storico, in cui hanno sede. E, a proposito di aperture, un nuovo spazio inaugura con la personale di un artista la cui poetica si è focalizzata sull’Afrofuturismo, un movimento artistico e culturale che combina fantascienza, tecnologia, e storia africana. La selezione delle mostre di elledecor.it di novembre include l'esposizione di un artista interessato all'idea della spiritualità e dell’astrazione, esplorata, nella sua pratica, utilizzando una tecnica che combina pittura e scultura, ma anche quella incentrata su un artista legato allo Spazialismo. Tra le proposte di questo mese anche la fotografia ha un posto importante. Due interpreti della fotografia contemporanea, di generazioni diverse, si confrontano sul concetto di italianità e di italiani attraverso la forza espressiva dei loro scatti. E ancora una mostra rilegge in modo inedito il repertorio di lettering e di lavori grafici realizzati da un nucleo di grandi artisti che hanno attraversato la storia del Novecento. Infine da non perdere la fiera, tra i principali appuntamenti con l’arte moderna e contemporanea, che vede la partecipazione di gallerie nazionali e internazionali, per dare e spazio alle correnti artistiche più influenti ed emergenti, oltre alle nuove avanguardie.
 

ArtDate, Bergamo

Si rinnova l'appuntamento con ArtDate, il Festival di arte contemporanea organizzato da The Blank, che coinvolge la città di Bergamo con la proposta di percorsi espositivi, di 'Galleries Time', ovvero l'apertura delle gallerie d'arte che presentano mostre legate alla tematica di questa quattordicesima edizione, di studio visit, talk, performance, conferenze, proiezioni e laboratori. Il tema di ArtDate 2024 è 'Divorare', indagato nelle sue più diverse accezioni e aspetti, quindi inteso come consumismo sfrenato, ingordigia, alimentazione, sovrabbondanza, ambientalismo, ideologia dell’usa e getta. La riflessione ruota intorno al ruolo assunto oggi dall'arte rispetto alle questioni che interessano la società contemporanea. ArtDate presenta le mostre 'Testimoni Oculari', la collettiva a cura di Stefano Raimondi ospitata a Palazzo della Ragione, che riunisce le opere di alcuni degli artisti del contemporaneo più rilevanti, quali Berlinde De Bruyckere, Julian Charriere, Isabelle Cornaro, Ibrahim Mahama, Jacopo Mazzonelli, Georgina Starr, Nari Ward, e 'Corpi Caduti', la personale di Janis Rafa, allestita negli spazi del Palazzo dell’Ex Ateneo. In particolare, 'Testimoni oculari' vuole invitare a rendersi conto del nostro presente e a prenderne coscienza, concentrandosi sulle prospettive, sui cambiamenti e sulle trasformazioni che si prospettano ai nostri occhi a volte in modo dirompente, altre quasi impercettibile. Il visitatore è chiamato per esplorare con curiosità i lavori e gli intrecci che si dipanano da essi, perché non tutte le cose sono quello che sembrano e, anzi, possono essere in grado di raccontare più di quello che si vede. 'Corpi Caduti', a cura di Claudia Santeroni, presenta tre lavori video di Janis Rafa, in cui, come in tutte le realizzazioni dell'artista, gli animali sono liberi nello spazio, interpreti istintivi di loro stessi, senza condizionamenti. “In queste tre opere non c’è linguaggio, se non quello animale”, commenta la curatrice. E ancora in occasione del festival aprono la collettiva 'Digeriti Mai', proposta negli spazi di luogo_e, e 'Il sonno della ragione genera mostri', accolto nella sede di Marelia – Servizi per l’arte, la rassegna curata da Paola Silvia Ubiali che espone le opere di alcuni degli artisti rappresentati dalle principali gallerie e spazi del network di The Blank: Gian Paolo Tomasi con Galleria Elleni; Hyun Cho e Giulio Zanet con Traffic Gallery; Sabina Sala con Studio Vanna Casati; Stelvio con Accademia di Belle Arti G. Carrara; Olmo Erba e Eleonora Molignani conThe Blank Residency. Fino al 17 novembre.
 
artdate, bergamo
 

Zach Harris. Karma Kloud, Milano

La prima personale di Zach Harris in Italia, a cura di Domenico de Chirico, è presentata dalla galleria ABC-ARTE. Nella sua pratica, l'artista americano indaga l’idea della spiritualità e dell’astrazione, utilizzando una tecnica che combina pittura e scultura, per creare mondi visivi che appaiono complessi e stratificati. Per la sua opera, si ispira a figure artistiche come Kazimir Malevič, pioniere dell'astrattismo geometrico e delle avanguardie russe, e a influenze che vanno dal Rinascimento italiano alla miniatura persiana. Quella proposta da Harris è una visione unica in cui si fondono simboli cosmologici, mitologici e spirituali. Attraverso le sue composizioni, definite da geometrie intricate e da una tavolozza cromatica vibrante, induce lo spettatore a vivere un’esperienza ipnotica e immersiva. In particolare, le sue “nuvole karmiche” richiamano stati alterati di coscienza, alternando utopia e distopia e giocando in modo continuo con il familiare e l’ultraterreno. I pannelli intagliati e dipinti rivelano come Harris si distacchi dalle convenzioni della pittura tradizionale, per trasformare le superfici in paesaggi complessi e multidimensionali. Grazie a cornici incise a mano e pattern geometrici, l'artista conferisce al suo lavoro un senso di movimento e profondità, mentre è l'uso sapiente dello spazio e del colore che pone in risalto le influenze simboliche e spirituali. Questi elementi concorrono, insieme a dettagli accurati e a una narrazione visiva stratificata, a costruire una meditazione visiva, immersiva per lo spettatore, che attraversa il tempo e il cosmo. Fino al 14 dicembre.
 
mostre di questa settimana
 

Gallerie a Palazzo, Milano

Come ogni anno prende il via "Gallerie a Palazzo", l'opening in contemporanea di nuovi progetti espositivi delle gallerie che hanno sede a Palazzo Cicogna, famoso per avere accolto lo studio di Lucio Fontana. Passando da un cortile all’altro, si può entrare nelle gallerie Studio GariboldiLongari Arte MilanoMartelli Fine Art & NP Art LabGiuseppe Piva Japanese ArtSalamon Fine Art e Salamon & C per ammirare le opere d’arte, che spaziano dall’antico al contemporaneo, esposte nelle sei mostre. Galleria Studio Gariboldi propone la personale dell’artista giapponese "Aiko Miyawaki. Sculpture 1966-1969", coinvolgendo i visitatori in un percorso espositivo costituito da dodici sculture in ottone di varie dimensioni, opere eleganti, potenti nella loro simbologia e uniche nel panorama artistico degli anni Sessanta (fino al 28 gennaio 2025). Giuseppe Piva Japanese Art presenta "Dettagli. L'Eleganza negli Accessori dei Samurai", un'esposizione che ha come focus l'arte e la raffinatezza che si cela dietro le armi e le armature dei leggendari guerrieri giapponesi (fino al 20 dicembre). Salamon Fine Art ospita le mostre "Inspirational journey TAHITI • PAUL GAUGUIN", che rivela un ciclo di silografie realizzate dal pittore francese a Tahiti, fra il 1892 e il 1893, e l'esposizione "Inspirational journey CALIFORNIA • MARZIO TAMER", incentrata su dodici nuovi dipinti di natura dell'artista milanese (fino al 30 gennaio 2025). Martelli Fine Art, in collaborazione con NP Art Lab, presenta "FORMA / COLORE: Benevelli, Consagra, Dorazio" un progetto espositivo che si concentra su una selezione delle opere di Dorazio, Consagra e Benevelli per studiare l'uso del colore come elemento primario nella ricerca artistica, combinato alle forme bidimensionali della pittura e a quelle tridimensionali della scultura (fino all'11 dicembre). "Tesori d’Italia. Capolavori Dichiarati di Interesse Nazionale", ospitata negli spazi di Salamon & C, si concentra esclusivamente su opere vincolate dallo Stato, portando all’attenzione di collezionisti e pubblico, tra le altre, la 'Madonna col Bambino di Filippo Lippi (1406 – 1469), (fino al 31 gennaio 2025). Infine Longari Arte Milano con "Il tassello mancante. Un mosaico del barocco romano" presenta un bellissimo frammento seicentesco che include anche una selezione di sculturedel periodo in terracotta (fino al 31 gennaio 2025).
 
three geometric sculptures displayed on pedestals in a gallery
 

Milano Drawing Week, Milano

Mostre diffuse, nel centro di Milano e dintorni, in cui il disegno è protagonista, attraverso opere di artisti contemporanei e maestri del secolo scorso. Dal 23 novembre al 1 dicembre torna Milano Drawing Week, a cura di Collezione Ramo, quest'anno alla sua quarta edizione e proposta in un percorso che coinvolge 13 spazi espositivi, tra istituzioni e gallerie d'arte. Nel dettaglio: Castello Sforzesco e, novità di questa edizione, la Cittadella degli Archivi del Comune di Milano e la Casa degli Artisti, insieme alle gallerie milanesi Ciaccia Levi, kaufmann repetto, Loom Gallery, Monica De Cardenas, Nashira Gallery, Settantaventidue, Spazio Lima, Vistamare, e ancora con la partecipazione speciale di APALAZZOGALLERY da Brescia ed Ex Elettrofonica da Roma, due gallerie che per la prima volta partecipano trovando ospitalità in città. La formula vuole che la Collezione Ramo faccia conoscere al pubblico il suo patrimonio di disegno italiano del XX e XXI secolo, rendendo disponibile una selezione di opere su carta. Artisti di origini e generazioni diverse, storicizzati o emergenti, attivi nell’ambito del disegno, pongono a confronto la loro ricerca con uno dei lavori che hanno scelto dal nucleo della Collezione Ramo, dando vita ai progetti espositivi ospitati all’interno degli spazi coinvolti. Con l'intento di proiettare nuova luce sul mezzo espressivo del disegno, gli artisti che partecipano a Milano Drawing Week sono: Alexandra Barth, Monia Ben Hamouda, Sergio Breviario, Corydon Cowansage, Giulia Dall’Olio, Leonardo Devito, Tom Friedman, Alex Katz, Marco Paleari, Nathlie Provosty, i cui lavori dialogano con quelli di maestri del secolo scorso quali: Enrico Baj, Irma Blank, Alberto Burri, Domenico Gnoli, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama, Emilio Scanavino. Nell'ambito dei progetti espositivi si inseriscono: la grande mostra brasiliana 'Attitudine politica. Artisti dell’America Latina dall’Archivio di Paulo Bruscky', concepita sulla base dell’archivio di arte postale di Paulo Bruscky, curata da Jacopo Crivelli Visconti e ospitata alla Cittadella degli Archivi; la personale 'Carta Rampante e Attrezzo Disegnante' di Manuel Scano Larrazàbal, la prima prodotta da Collezione Ramo per l’occasione e allestita alla Casa degli Artisti. In relazione con l'esposizione 'Alberto Martini e la danza macabra', curata e prodotta dal Gabinetto dei Disegni nelle Salette della Grafica del Castello Sforzesco, è allestito il focus dedicato al dialogo tra le opere di Alberto Martini e quelle di Vincenzo Agnetti. Un’altra novità di questa edizione è la mostra a cura di Irina Zucca Alessandrelli presentata allo spazio Settantaventidue, il nuovo hub sui Navigli che combina sound art, libri e architettura, dedicata alla promozione dei nuovi talenti che si dedicano all'opera su carta. In particolare, il lavoro di Marco Paleari, artista emergente, si relaziona con l’opera del maestro dell’arte nucleare Enrico Baj. Il programma della Milano Drawing Week 2024 include eventi collaterali, talk, workshop e tour guidati.
 
milano drawing week 2024, milano
 

Opening nuova galleria Robilant + Voena, "Jordan Watson. Octavia’s Butler", Milano

Inaugura, in via della Spiga 1, la nuova galleria milanese di Robilant + Voena, che lascia la sede precedente per spostarsi in uno spazio che combina elementi storici e un design attuale, all'interno di un palazzo tardo ottocentesco. In occasione dell'opening, la galleria presenta un progetto espositivo dedicato al contemporaneo, la personale "Octavia’s Butler" di Jordan Watson. L'artista statunitense, talentuoso autodidatta, è noto per essersi affermato sulla scena internazionale grazie alla sua piattaforma Love Watts, da oltre due milioni di follower, con cui promuove l’arte e la cultura contemporanea. Negli ultimi anni, la pratica di Watson si è orientata, in particolare, verso la pittura su cui si è concentrata la sua ricerca stilistica, approdando a lavori che richiamano, nella stesura del colore, i Fauves e i coloristi e hanno come riferimenti contemporanei Kerry James Marshall e Henry Taylor. La poetica dell'artista si è focalizzata sull’Afrofuturismo, un movimento artistico e culturale nato negli anni '60 che combina fantascienza, tecnologia, e storia africana, per immaginare, attraverso i suoi lavori, futuri alternativi in cui le persone afrodiscendenti siano i primi attori. In particolare, il titolo "Octavia’s Butler", celebra la scrittrice di fantascienza Octavia E. Butler, tra le principali voci del genere. Le opere di Watson traggono ispirazione dalla narrativa dell'autrice statunitense, artefice, tra l'altro, del concetto di "utopia afrofuturistica", un mondo in cui la black community prospera, dominando spazi fino a oggi inaccessibili. Nei dipinti dell'artista protagonisti afrodiscendenti sono ritratti in scenari di successo, e la loro presenza diventa non è solo simbolica ma dominante, invitando a riflettere non solo sull'arte ma anche sul futuro della società. Fino al al 17 gennaio 2025.
 
jordan watson octavia’s butler, milano
 

BOLD! Declinazioni tipografiche Campari: Munari, Depero e oltre, Sesto S. Giovanni (Milano)

Un nucleo di lavori realizzati da artisti che abbracciano la storia del Novecento, tra i quali Bruno Munari, Fortunato Depero, Marcello Nizzoli, Erberto Carboni, George Guillermaz, Sergio Tofano (detto Sto), Primo Sinopico, Giorgio Dabovich e Nicolay Diulgheroff. Si tratta della mostra incentrata sull’ampio repertorio di lettering disegnati e di opere tipografiche provenienti dall’Archivio Galleria Campari. A presentarla è proprio Galleria Campari negli spazi museali di Sesto S. Giovanni, con un progetto espositivo, a cura di Marta Sironi, che punta, attraverso gli oltre centosessanta lavori degli artisti esposti, molti dei quali inediti, a offrire una originale rilettura dedicata alla parola e al suo rapporto con l’immagine. Non solo, "BOLD!" documenta la ricerca costante di Campari e il suo slancio da sempre innovatore, anche in termini pionieristici. Nell'esposizione emergono vari tratti del percorso artistico del brand, a partire dalla valenza grafica e comunicativa del nome Campari alla trasformazione della parola in figura, fino ad approdare all’architettura tipografica. Apre il progetto espositivo la famosa campagna pubblicitaria realizzata da Bruno Munari per Campari e lanciata, nel novembre del 1964, in occasione dell’inaugurazione della prima linea della metropolitana milanese. Nasce così 'Declinazione grafica del nome Campari', rielaborata da Munari vent'anni dopo in diverse varianti. In mostra, sono esposte molteplici interpretazioni, presentate su decine di supporti. Oltre a un approfondimento, dedicato al lavoro di Bruno Munari nei campi dell’editoria e dell’interpretazione grafica, il percorso espositivo prosegue con le campagne pubblicitarie degli anni Venti, affidate da Davide Campari ai maggiori disegnatori del periodo, in modo che le inserzioni di Campari fossero ben distinguibili all’interno di pagine fitte di annunci. Tra questi, la collaborazione con Fortunato Depero, dal 1926 al 1936, riveste un ruolo particolarmente significativo: i suoi lavori sfidano i confini tra arte e pubblicità. E ancora di rilievo nel percorso della mostra è il dialogo tra due figure che hanno attinto alla lezione futurista: Pino Tovaglia, noto grafico della scuola milanese, e Lucia Pescador che, disegnando con la mano sinistra, raccoglie frammenti d’arte del Novecento ed esplora le avanguardie europee. Il loro lavoro è esposto nella Project Room di Galleria Campari. L’allestimento di "BOLD!" è stato ideato e realizzato da Studio FM Milano e Corrado Anselmi Architetto.
 
bold declinazioni tipografiche campari munari, depero e oltre, galleria campari

 

Oscar Giaconia. MOCKUPAINT, Lissone (Monza e Brianza)

La personale di Oscar Giaconia, presentata al MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e curata da Stefano Raimondi, si muove tra spazi differenti, in apparenza indipendenti l’uno dall’altro e tra loro contraddittori, ma che fanno parte di un unico e più vasto terreno di immaginari, attivati e disattivati dall'artista nel tempo. Il titolo della mostra, in particolare, opera una sintesi tra pittura e 'mockumentary', 'mock-up', 'mock object' che rimanda allo spettro dell’artificio insito nel codice genetico della pittura, linguaggio d'elezione dell’artista. "MOCKUPAINT" è un progetto inedito che riattiva i vari set, oggetti di scena e prop, fabbricati nel corso del tempo. Tra le opere esposte c'è la nuova serie 'NEMAT PUPPET FROG (2024)', che rappresentano un caso unico nel percorso dell'artista, per la presenza di cornici in ferro tropicalizzato progettate dall’architetto Matteo Ghidoni. È infatti sempre Giaconia a realizzare, all’interno del suo studio, tutti i dispositivi esterni, alcuni dei quali hanno reso necessario anche l’impiego di materiali sintetici, quali teche di silicone, vulcanite, nylon, gomma para e neoprene. Le opere della serie 'NEMAT PUPPET FROG' sono una metamorfosi del prototipo in cui le vestigia fossili alludono alla possibilità della varietà nell’unità. Appaiono in mostra anche alcune messe in scena dell’artista, realizzate per essere poi manomesse in pittura, 'Calabiyau (2018)', la mastodontica tassidermia di un tubo fognario e 'Sexual Clumsiness (2019)', un video in 16mm che mostra le frattaglie delle riprese della seduta di trucco prostetico. Progettato in collaborazione con l’architetta Maria Marzia Minelli, il percorso progettuale di "MOCKUPAINT" evoca un complesso cantiere aperto, del quale mantiene l’idea di esumazione e di scavo, così come diverse delle sue componenti, seppur contraffatte: plinti in cemento, recinzioni, orosgril, che l'artista manipola secondo una sensibilità estetica che si avvicina all'ambito bellico, chirurgico. In "MOCKUPAINT" ha un ruolo centrale l’installazione sonora 'Kanthèlios', un cantiere cantato, composta appositamente da Steve Piccolo, artista con il quale Giaconia ha ampiamente collaborato. Fino al 26 gennaio 2025.
 
oscar giaconia mockupaint, mac, lissone
 

Bruno De Toffoli. L'avventura spazialista, Padova

Negli spazi restaurati dell’ex chiesa di Sant’Agnese apre la mostra, presentata da Fondazione Alberto Peruzzo, dedicata a Bruno De Toffoli, artista che fu allievo di Arturo Martini a Venezia e firmatario con Lucio Fontana del Manifesto dello Spazialismo per la televisione, nel 1952. Il progetto espositivo, a cura di Luca Massimo Barbero, ripercorre la carriera dell'artista trevigiano, figura rilevante per la storia dell’arte italiana dell’epoca ma non ancora così nota, attraverso una selezione di suoi lavori, provenienti dalla Collezione Intesa Sanpaolo, in dialogo con altre opere della collezione, legate allo Spazialismo, di maestri quali Fontana, Dadamaino, Vedova, Scheggi e Bonalumi. In particolare, in mostra sono esposte nove sculture in gesso di De Toffoli, realizzate nel corso degli anni Cinquanta, e un album di disegni eseguiti tra il 1965 e il 1968, ammirabili per la prima volta. Fino al 4 maggio 2025.
 
bruno de toffoli, l'avventura spazialista, padova
 

Sospesi, Roma

Ha aperto negli spazi della galleria Maison Bosi la mostra fotografica "Sospesi", a cura di Serena Tabacchi, che vede protagonisti Jacopo Di Cera e Massimo Vitali, significativi interpreti della fotografia contemporanea italiana. Due fotografi, di generazioni diverse, che si confrontano sul concetto di italianità e di italiani indagato nella mostra attraverso 10 scatti, installazioni digitali e audiovisivi, realizzati tra il 1990 e il 2024. L'esito è una riflessione, profonda e forte nell'impatto visivo, su come la nostra società si sia evoluta nel tempo. L'Italia raccontata dai due fotografi è sospesa tra tradizione e modernità, è il profilo di un Paese in cui la continuità si mescola ai cambiamenti sociali. Le foto esposte ritraggono luoghi iconici del nostro Paese, come spiagge, piazze e spazi pubblici, ma consentono anche di riflettere sull'identità italiana e sulle sue trasformazioni. La prospettiva usata da Jacopo Di Cera per osservare il mondo è zenitale. Il fotografo utilizza droni di ultima generazione per eliminare la profondità di campo e livellare la scena. Il racconto che si delinea, attraverso i suoi scatti, è quello dell'Italia vista dall'alto, dove ogni elemento si fonde in una visione unitaria, eliminando le gerarchie. Le sue foto, infatti, invitano lo spettatore a riflettere sull'essenza stessa della nostra società, le differenze sociali e individuali si dissolvono per mettere in luce una realtà uniforme, in cui ogni soggetto è parte di un paesaggio collettivo e interconnesso. Famoso per le panoramiche di spiagge e di spazi pubblici affollati, Massimo Vitali, invece, attraverso la profondità di campo, rende ogni dettaglio carico di significato. Le scene di vita quotidiana, fissate nelle sue immagini, si trasformano in affreschi contemporanei. Ogni gesto, ombra e movimento contribuisce a costruire un racconto stratificato che si snoda attraverso la complessità delle interazioni umane e sociali. Se le foto di Di Cera inducono lo spettatore a distaccarsi dalla scena per riflettere sul collettivo, quelle di Vitali coinvolgono l’osservatore nella complessità del dettaglio, immergendolo nelle dinamiche della vita quotidiana. Fino al 4 dicembre.

 

jacopo di cera e massimo vitali, sospesi

 

Roma Arte in Nuvola, Roma

È in arrivo la quarta edizione di "Roma Arte in Nuvola". Dal 22 al 24 novembre, la Nuvola dell’Eur ospita uno dei principali appuntamenti con l’arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale, un progetto ideato e diretto da Alessandro Nicosia. Dall'astrattismo all'arte povera, dalla digital art all'arte plastica, passando per la scultura, la fotografia, la videoarte, la pittura, le installazioni e la street art: sono 140 gallerie nazionali e internazionali che partecipano alla manifestazione. All'interno della grande architettura di Fuksas, Roma Arte in Nuvola intende dare spazio alle correnti artistiche tra le più influenti ed emergenti, alle nuove avanguardie, rivolgendo in particolare attenzione agli espositori del Centro e Sud Italia, e coinvolgendo in questo, che si prospetta uno scenario delle molteplici voci creative, artisti, appassionati, così come le grandi istituzioni, parte attiva della programmazione. Mentre continuano a crescere gli eventi collaterali, la fiera presenta in questa nuova edizione le mostre di Pietro Consagra, Piero Guccione e Vedovamazzei, oltre a una selezione di lavori provenienti dal Portogallo, Paese quest'anno ospite. In quest'ultima mostra "Uma Volta ao Sol" (Un giro attorno al sole), a cura di Sandra Vieira Jürgens, attraverso opere che dialogano con la vita in modo ravvicinato, poroso e flessibile, si potrà sperimentare la dimensione ludica dell’arte e del gioco collettivo, cogliere uno spaccato di nuovi linguaggi, una commistione tra arte e tecnologia, e gettare uno sguardo originale sulla scena artistica portoghese. E ancora, tra le proposte espositive, spicca un incontro inedito tra Giuseppe De Nittis e Pino Pascali, che li pone a confronto esplorando la loro capacità di sperimentazione, curato da Adriana Polveroni, secondo un progetto nato dalla collaborazione della Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta con la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare. "Lo studio di Pietro Consagra come performance di una vita", che si inserisce nell'ambito degli eventi speciali in programma, fa rivivere idealmente lo studio romano, in via Cassia 1162, di questo protagonista internazionale dell’arte astratta attraverso una serie vintage di fotografie scattate da Claudio Abate. In mostra sono esposte anche sculture che confermano come il colore nell’opera di Consagra sostituisca sempre il contrasto accademico di luce e ombra. Completano il progetto, a cura dell’Archivio Pietro Consagra, anche nove preziose foto di Ugo Mulas che ritraggono l’artista al lavoro nel suo studio. 'La città sognata – Opere 1959-1972', dedicata a Piero Guccione, uno dei più importanti pittori italiani figurativi del XX secolo e realizzata dall'Archivio Piero Guccione, ripercorre il periodo romano dell'artista accanto al maestro Renato Guttuso, presentando un nucleo di 18 opere a olio su tela. Il duo Vedovamazzei, formato da Stella Scala e Simeone Crispino, ospite di quest'anno, propone un’esposizione di opere inedite, caratterizzate dalla loro consueta ironia e capacità di affrontare temi complessi attraverso un linguaggio artistico che gioca con i confini tra realtà e rappresentazione. Anche la fotografia contemporanea è presente. In particolare, la mostra “Il gioco delle identità”, a cura di Arianna Catania, delinea un percorso inedito attraverso 50 opere di artisti che hanno segnato la storia della fotografia dagli anni ‘60 ad oggi, tra i quali Nan Goldin, Luigi Ontani, Shirin Neshat, Liu Bolin, Franco Vaccari, Kanehe Muholi, e ancora Letizia Battaglia, Vanessa Beecroft, Lisetta Carmi, Kensuke Koike, Francesco Jodice. Ci sarà anche un progetto speciale dedicato alle performance, curato da Daniela Cotimbo e Adriana Polveroni, con azioni dirompenti che indagano temi legati alle relazioni sociali, ai femminismi, all’ecologia, alla memoria urbana e al recupero delle subculture.

 

arte in nuvola, roma