Sei artisti, nati tra il 1979 e il 1987, e un obiettivo comune: indagare e ripensare i codici dell’arte aniconica attraverso una pluralità di medium, dalla pittura alla scultura fino all’installazione. E proporre una nuova ipotesi di lavoro, oltre la limitativa dicotomia fra astrazione e figurazione. È questo l’assunto di "Principio di indeterminazione – L’astrazione dopo l’Astrazione", collettiva in programma fino al 23 settembre alla galleria genovese ABC-ARTE.
Il curatore Ivan Quaroni ha selezionato alcuni fra gli artisti più sensibili alle tematiche della percezione e della fruizione delle immagini nella nuova era digitale e proposto una sintesi fra esperienze artistiche fra loro distanti ma accumunate da un identico bisogno di sperimentare.
Proprio la varietà delle soluzioni espressive, una nuova coscienza del “fare arte” è una delle caratteristiche più originali dell’esposizione: «Ad accomunare gli artisti presenti in questa mostra» spiega il curatore, «è innanzitutto l’approccio radicalmente individualista nel considerare l’arte come uno strumento cognitivo e, insieme, come una forma di resistenza ai codici di comunicazione massmediatica e ai sistemi narrativi tradizionali. La scelta dell’astrazione, per alcuni immediata, per altri graduale, risponde quindi a una precisa volontà di recidere ogni legame con i linguaggi pervasivi dei media (non necessariamente con le tecnologie), e di ristabilire un legame primario e generativo con la realtà».
Da questi presupposti nasce una pluralità di linguaggi che caratterizza gli artisti appartenenti alla generazione dei Millennials: i sintagmi cromatici di Paolo Bini, la pittura archetipica di Isabella Nazzarri, la ricerca sui materiali di Matteo Negri, l’ambiguità formale di Patrick Tabarelli, l’astrazione anticonvenzionale di Viviana Valla e le texture espanse di Giulio Zanet.
“Principio di indeterminazione – L’astrazione dopo l’Astrazione”
ABC-ARTE
Via XX Settembre, 11
Genova
fino al 23 Settembre