Sandonatese, trentaquattro anni, stabile a Milano con lo sguardo rivolto a Parigi, lo scultore Matteo Negri è uno di quegli artisti usciti dalla covata della prima edizione di Giorni Felici, curata a Casa Testori, nel palazzetto che fu l'abitazione della famiglia del drammaturgo e scrittore de L'Arialda a Novate Milanese. Era il 2009: a distanza di sette anni, Matteo Negri torna a Casa Testori con un progetto solista di site specific espanso, di rara forza visiva, dal titolo Splendida villa con giardino, viste incantevoli, che si accompagna all'antologia performativa diAndrea Bianconi, You ind Myself. di cui vi darò referto nei prossimi giorni. Dunque, Matteo Negri. Il progetto curato da Daniele Capra nasce da molto lontano, da quando l'artista ha avvertito di essere «totalmente uno scultore» e ha compreso sulla scorta dei suggerimenti di Giovanni Agosti, storico dell'arte e uno degli inventori di Giornifelici, insieme alla fascinazione per Tony Cragg come il suo modo di maneggiare i materiali potesse esprimersi in rapporto sia con concettuali ami spaziali sianella modificazione degli stessi nella cosiddetta messa in opera. Per capire l'azione messa in atto dallo scultore all'interno e all'esterno di casa Testori vale la pena leggere alcune sue dichiarazioni rilasciate in risposta all'intervista condotta in Catalogo da Giuseppe Frangi: «.... esiste sempre un'immagine con cui la scultura a un certo punto si palesa». E nelle cornici della Casa, porte,finestre, scale, androni, che le sculture di Negri appaiono nel loro concettualismo creativo e giocoso, contraddicendo gli assunti neoavaguardisticidi un nuovo realismo che non ha dimenticato la matrice surrealista. Così Negri continua: «E in quel punto che si sviluppa anche l'esperienza più in tensa di chi guarda». Che è anche un piacere, della vista, degli occhi.
Negri, da San Donato a Casa Testori
Fabio Francione, Il Cittadino di Lodi, Luglio 18, 2016