Dimensions: 27 x 23 cm -10 5/8 x 9 1/8 in
Pages: 68
ISBN: 9788895618012
Un groviglio di linee, una sorta di naturalismo astratto coniugato a una descrizione grafica da disegno infantile. Germinazioni spontanee in un giardino di ferraglie, ammassi di vecchie macchine, di fili elettrici, di valvole rotte. Matasse di segni sovrapposti, forse incontri tra cultura "nera" che sgorga dal sommerso e informazione "bianca" che procede attraverso progressive cancellazioni. Dimensioni sfumate, incerte...
Tratto da "Dall'interno all'estero" , 2013 - Milovan Farronato
Il titolo della mostra Una cosa divertente che non farò mai più cita il saggio di un reportage corrosivo di David Foster Wallace su una settimana di crociera extralusso in una meganave, in cui l'autore ritrae la tipologia dell'americano medio in vacanza nei Caraibi. Innegabile, nel lavoro di scultura, installazione, oggetti, rilievi, fotografia, scenografia, di Matteo Negri (San Donato Milanese,1982), è la forte componente ludica, accostata ad una intensa riflessione sull'evoluzione del soggetto umano dall'infanzia all'età adulta. Il gioco danese LEGO, universalmente noto, con i suoi mattoncini ad incastro, diventa nella sua opera l'elemento modulare minimale da cui muovono gli azzardi della sua ricerca di spazio, forme, relazioni cromatiche, interazioni con ambienti interni ed esterni. Una ricerca la sua che, forzando inizialmente, sovvertendo successivamente, le regole del gioco, intervenendo plasticamente sulla forma, sulla struttura, attraverso sue modalità di scelta e fusione della materia, di alterazione dei colori primari in secondari e terziari, inaugura una modalità costruttiva aperta, affacciata sul vuoto, sul non-limite tra ideazione, progettazione, esecuzione. Suoi referenti costanti sono il rapporto con il globo terracqueo a partire dal mondo interiore, non solo a livello psichico, ma anche genetico e molecolare, e le sue scelte estetiche, relazionate alla storia dell'arte. La sua tesi di laurea sullo scultore inglese Tony Cragg ed il suo approfondimento del lavoro dell'artista statunitense Sol LeWitt, sia pure sul piano delle differenze, devono aver avuto un peso considerevole nel suo iter artistico. Come pure le armonie geometriche a griglia, sulla base dei rossi, blu, gialli e neri, di Piet Mondrian e le mappe ed i planisferi, in cui le nazioni riportano i colori della loro bandiera, di Alighiero e Boetti. In fase formativa, quelle che, nel soggetto bambino, erano le possibilità di gioco, si trasformano nell'adulto nella sfida alla progettualità decisa altrove da altri, per conseguire un'autoconsapevolezza, per ricercare e mettere in atto le proprie pulsioni identitarie in un contesto sociale, politico, culturale, per analizzare le proprie proiezioni sul mondo, i propri investimenti pratici, teorici ed emotivi sull'arte. Evidente è l'assonanza linguistica, a livello fonetico-scritturale, tra il marchio LEGO e l'Ego come struttura psichica, deputata al rapporto con la realtà ed allo scambio con l'altro da sé. Come la componente ludica e costruttiva del LEGO possono cambiare di segno, nel progetto dell'artista, diventando condizioni di rischio e invasione, allo stesso modo quelle mine di profondità, che tanto interesse plastico avevano suscitato nel suo immaginario, uscendodal suo studio-laboratorio non sono più strumenti di morte, ma esplosioni di vita.
CONTENUTI
Introduzione di Antonio Borghese, Direttore e curatore ABC-ARTE
Introduzione di Carla Sibilla, Assessore alla Cultura del Comune di Genova
Introduzione di Alberto Pandolfo, Consigliere Comunale di Genova
Scenari di un immaginario Pop, di Viana Conti
Dall'interno all'esterno verso un esplosione, di Milovan Farronato
Le macro sculture di Matteo Negri, di Carlo Berio
Compro il Lego. Voglio il Lego. Quello lì. Ho i soldi, di Gerardo Bonomo
Disegnare nello spazio, di Luca Fiore
Biografia