Nato nel 1940, Rajlich fondatore del gruppo avanguardista praghese Klub Konkretistů, che si pone nella scia delle neoavanguardie internazionali incarnate da Azimut in Italia, da ZERO in Germania, da Nul in Olanda. Esiliatosi dalla Cecoslovacchia nel 1969 in seguito all’invasione sovietica, Rajlich si trasferisce proprio in Olanda, dove il clima avanguardistico è particolarmente fertile e dove il suo basare la costituzione dell’opera su griglie di riquadri regolari molto vicine all’acromia di Piero Manzoni viene subito accolto con favore in seno al concettualismo montante.
Nel 1974 tiene personali fondamentali da Yvon Lambert a Parigi, da Art & Project ad Amsterdam e da Françoise Lambert a Milano – per molti anni le sue gallerie di riferimento – e l’anno dopo è tra i protagonisti, con Brice Marden, Robert Ryman, Gerhard Richter e altri, della memorabile mostra “Fundamentele schilderkunst / Fundamental painting” allo Stedelijk Museum di Amsterdam, pietra miliare dell’affermazione internazionale della pittura analitica.
Ben presto il suo lavoro vira verso il recupero di una dimensione coloristica piena, aperta a suggestioni simboliche e poetiche, a gesti più aperti ed a un vitalismo irrazionale, con l’immissione di una spettro che va dal giallo al rosso, dal celeste al rosa sino all’oro, senza che ciò modifichi il processo di rigorosa strutturazione elementare del monocromo.
Come scrive Flaminio Gualdoni nel saggio dedicato alla mostra: “Il colore, colpeggiato in cadenze brevi e avvertitissime, occupando di sé la totalità dell’immagine è sottratto a ogni logica strumentale, compositiva, e a ogni gerarchia linguistica: è, e si dà, per sé, in quanto sostanza stessa del vedere, dell’immagine: in quanto luce”.
Nel 1993 proprio Gualdoni cura la prima retrospettiva di Rajlich al Palazzo Martinengo di Brescia, cui seguono quelle all’Haags Gemeentemuseum dell’Aja, 1994, alla Kunsthalle di Karlsruhe nel 1996, alla Galleria Nazionale di Praga nel 2008, ancora al Gemeentemuseum dell’Aja nel 2016, nel 2017 al Museum Kampa di Praga e nel 2018 al Boijmans museum di Rotterdam
Rajlich è stato riconosciuto di diritto nel novero delle massime figure della neoavanguardia internazionale.
Dal 1999 al 2002 Rajlich è stato artista di residenza al Centre Pompidou di Parigi che conserva in collezione le sue opere, presenti, tra le altre istituzioni, anche al Centraal Museum di Utrecht, al Musée d’Art et d’Industrie di Saint Étienne, al Musée Cantini di Marsiglia, al Museum Boijmans-Van Beuningen di Rotterdam, al Museum of Modern Art di New York, al National Gallery in Praga, alla Peter Stuyvesant Foundation di Amsterdam, alla National Gallery of Canada in Ottawa, allo S.M.A.K. Di Gent, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, allo Stedelijk Museum di Schiedam, allo Stedelijk Museum De Lakhal di Leiden, allo Stedelijk Museum Het Prinsenhof di Delft.