Artefiera di Bologna 2023 registra 50.000 visitatori e una buona ripresa

Laura Traversi, Artapartofculture, Febbraio 6, 2023
Si è appena chiusa con 50.000 visitatori e un incremento dell’ interesse online Artefiera di Bologna, 46° edizione, “in netto recupero rispetto all’edizione del 2022”.
 
Archiviate le delusioni e insoddisfazioni della mezza edizione post-covid di maggio, logistica urbana e organizzazione degli spazi  interni  sono tornate agli standard precedenti, se non migliorate (ad es. nel desk dell’accoglienza).
 
Vediamo subito cos’hanno scelto di fare alcune corazzate italiane del settore.
Sia Tornabuoni Arte che Galleria Continua hanno presentato opere importanti ma anche un ampio ventaglio di nomi e prezzi.
 
La prima, con pochi grandissimi campioni, tipo Pablo Picasso (con una gouache, per un piatto, del 1957) ma invece opere molto belle di Victor Vasarely, Alberto Biasi e tanti lavori da Emilio Isgrò a Galileo Chini sia nel front-space che  nella metà più appartata dello stand.
Galleria Continua è tornata a Bologna dopo due anni di assenza, con uno stand disegnato con Carlos Garaicoa, un focus su Marta Spagnoli e molti giovani emergenti.
 
In ambedue i casi, pur nella profonda diversità delle proposte, l’impegno con acquisto da parte dei collezionisti è stato largamente orientato ad una ponderata fascia di investimento.
Anche da Mazzoleni l’offerta è stata articolata nello storicizzato più impegnativo, da Giorgio De Chirico (1930) a Felice Casorati fino ad un’importante estroflessione Arancione di Bonalumi (1968). Ma non mancavano pezzi per il collezionismo più giovane, da alcune migliaia di euro.
Primo Marella ha scelto anche proposte più recenti ed economicamente meno gravose, da Haco Hankson a Elio Marchegiani fino a Andrianomearisoa, Ruben Pang, l’Optical Illusion Art di Kenji Sugiyama e He Wei.
Rilevata la tendenza di fondo, maggiormente efficace nella congiuntura, si è notata una buona qualità nelle proposte dello storicizzato.
 
Ottima presenza per l’Optical Art, con alcuni Alberto Biasi, tra cui quello rosso di DEP ART ed anche Carla Badiali. Degno di nota un Giuseppe Santomaso del 1960 (da Cortesi).
L’Arte Povera è stata molto presente ed è andata  piuttosto forte, con Pino Pascali (da Campaiola) e molti arazzi di Alighiero Boetti, che non bastano a soddisfare le richieste da sold out (Glauco Cavaciuti) integrate comunque dai suoi multipli (da Litografia Bulla).
Belli e molti i Salvo, sulla cui pittura si è riacceso un faro dopo la Quadriennale del 2020 (Galleria l’Incontro) e sostenuta anche la presenza di Gilberto Zorio, seguito da Piero Gilardi (da Flora Bigai e Galleria L’Incontro).