A Miart buoni risultati per le opere di fascia media. Gli acquisti si sono concentrati sull’arte moderna con prezzi fino

Elena Correggia, MILANO FINANZA, Aprile 21, 2023
Elevato afflusso di pubblico, presenza dei collezionisti che contano e qualità delle opere hanno contraddistinto la 27esima edizione di Miart, conclusa pochi giorni fa a Milano. Erano 169 le gallerie (151 nel 2022), con un’accresciuta apertura internazionale testimoniata da provenienze da 27 Paesi. L’allestimento in tre sezioni, Established, Decades ed Emergent, ha visto brillare decisamente di più l’arte moderna sulla contemporanea e gli acquisti si sono concentrati soprattutto sulla fascia media di valore, da poche migliaia fino a 80-100mila euro. Benché non siano mancati collezionisti stranieri, la parte prevalente di pubblico era italiana così come la scelta di varie gallerie di dedicarsi ad autori storici e contemporanei della scena italiana. È il caso dello stand di Cardelli & Fontana (Sarzana) rivolto alla valorizzazione dell’astrattismo geometrico che ha venduto un’opera di Mauro Reggiani e una di Atanasio Soldati a 30mila euro, un piccolo lavoro di Carla Badiali e aveva trattative in corso per Mario Radice a 50mila. La stessa galleria ha riscontrato buon interesse anche per le proposte contemporanee, Beatrice Meoni e Fabrizio Prevedello. Le sculture di quest’ultimo, quotate fra 8 e 10mila euro, sono state vendute a collezionisti belgi e svizzeri.
 
Opere non scontate del Novecento spiccavano da Frediano Farsetti (Milano), che aveva trattative per un grande paesaggio di mare, Palermo: case al Monte San Pellegrino, di Renato Guttuso del 1966 (richiesta 150mila) e per una scultura di Ettore Colla (160mila), mentre alla galleria Russo (Roma) è stato venduto un bozzetto di Duilio Cambellotti anche se a rubare la scena era senz’altro lo studio di Mario Sironi per il mosaico La Giustizia fra la Forza, la Legge e la Verità del Palazzo di Giustizia di Milano. Soddisfazione per la galleria dello Scudo di Verona, che poneva in dialogo opere di Carla Accardi degli anni ’80 e marmi coevi di Consagra e che ha venduto i sicofoil di Accardi e una piccola tela di Afro con prezzi fra 90 e 120mila. Inusuale per il tema, i bozzetti di opere pubbliche e molto raffinato, lo spazio di Gomiero (Montegrotto terme), che ruotava intorno agli anni ’40 e ’50 con lavori di Cambellotti, Depero, Eros Pellini, Thayaht, Mirko Basaldella. Buon riscontro per ABC-Arte (Genova e Milano) nella fascia di prezzo fra 10 e 70 mila euro: già il primo giorno erano state vendute quattro tele del concettuale Jerry Zeniuk, poi due lavori di Nanni Valentini e un significativo bronzo del 1960 di Arnaldo Pomodoro.
 
Da Repetto gallery (Londra e Lugano), dove catturava l’attenzione un poetico e maestoso albero capovolto di Mirella Bentivoglio, sono state vendute alcune carte di Christo, una foto di Luigi Ghirri del ‘73, Modena, a 18mila euro e una carta del ‘69 di Richard Long a 20mila, mentre confermano come negli acquisti più importanti ci sia una certa prudenza. Fra gli allestimenti si faceva notare quello di Umberto Benappi (Torino), proposto come un souk marocchino, omaggio monotematico alle opere di Aldo Mondino, artista ancora sottovalutato e qui presente con alcuni Tappeti stesi (fra 40 e 150mila euro) e vari lavori in linoleum. Fra i contemporanei interessanti e abbordabili, da 2 a 15 mila euro, c’erano le proposte di Clearing (New York e Bruxelles) con i disegni del messicano Javier Barrios e le sculture riassemblate di vetri di Murano del belga Koenraad Dedobbeleer. (riproduzione riservata